Immersione sul rellitto del Tabarka

La storia della motonave italiana Tabarka ci racconta come tante delle ferite provocate dalla Seconda Guerra Mondiale siano ancora purtroppo aperte. La Tabarka faceva parte di un convoglio di sette navi partite da Livorno e dirette in Corsica, che si dirigeva verso sud, sud/ovest per aggirare alcuni campi minati presenti nella acque antistanti Livorno e la zona delle Secche di Vada.

Diving on Tabarka wreck - Immersione sul relitto del Tabarka - Intotheblue.it
Diving on Tabarka wreck – Immersione sul relitto del Tabarka – Intotheblue.it

Alle 23.54 del 30 novembre del 1942 secondo le testimonianze di alcuni superstiti, mentre il convoglio doppiava il faro di Vada, poco a sud delle omonime secche, la Tabarca virò improvvisamente a dritta – così riferì il comandante del Capitano Sauro, che al momento del disastro la seguiva nella formazione e subito dopo fu scossa da un’improvvisa esplosione a prua, sul lato sinistro.

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Da bordo della Carini venne sentito lo scoppio e vista un’alta colonna di fumo levarsi a proravia della Tabarca, dal cui fumaiolo fuoriuscirono vistose scintille; poi la piccola motonave fu inghiottita dalle acque del Mar Ligure, portandosi con se circa 230 giovani, fra militari ed equipaggio.

https://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2019/10/tabarca.html

A questo link potete trovare tutte le informazioni e la ricostruzione dell’ affondamento causato probabilmente da una mina rimasta in zona dopo una operazione di sminamento condotta proprio il 29 novembre, si trattava di un’operazione di dragaggio sistematico condotta dai dragamine della III Flottiglia inviati da Maridipart La Spezia. In seguito a questo intervento, le acque a sud delle secche di Vada erano state ritenute libere, ed il divieto di navigazione era stato revocato.

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La cosa più triste non è stato l’affondamento e la morte di 230 persone ma quello che è avvenuto dopo, cioè negli anni, quel relitto è stato oggetto di saccheggi (più o meno autorizzati), e poi ricoperto con della ghiaia per evitare che affiorassero resti umani. Nel Dopoguerra – racconta Moreno Ceppatelli, cultore di storia navale – i palombari, incaricati da una ditta di Livorno, a sua volta autorizzata dalla Marina, recuperarono il materiale ferroso della nave, difficilmente reperibile in quel periodo. Per eseguire il lavoro non si guardò molto per il sottile: fu usato dell’esplosivo. Questo ha contribuito a rendere difficile il recupero delle salme e la loro identificazione. Una volta recuperato il ferro, ciò che era rimasto sul fondo fu ricoperto con sabbia e ghiaia».

https://www.iltirreno.it/cecina/cronaca/2009/09/23/news/mio-padre-e-ancoralaggiu-in-fondo-al-mare-1.1743380

Diving on Tabarka wreck - Immersione sul relitto del Tabarka - Intotheblue.it
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Come tanti subacquei della zona anche noi conoscevamo la storia del Tabarka ed in tanti anni non ci siamo mai immersi sul relitto cercando di rispettare in qualche modo la memoria di queste persone. La scorsa estate però ci siamo immersi cercando di filmare il relitto nella maniera più rispettosa possibile con la consapevolezza di lasciare un documento filmato che onorasse la memoria di questi giovani marinai.

Il relitto si trova su un fondale di circa 25 metri di profondità misto cioè tra roccia sabbia e posidonia, si vede ancora bene la ghiaia con cui venne ricoperto e vi lasciamo alla visione del video di queste due immersioni che abbiamo fatto a Luglio 2023.

 

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